"LA GLORIA E LA PROVA": DESTRUTTURARSI PER ACCOGLIERE UNA NUOVA PROSPETTIVA

WhatsApp Image 2022-07-27 at 105018jpegVenerdì 22 Luglio 2022, si è tenuta, presso l’Ostello Terr@terra di Filaga (PA), la presentazione del libro “La Gloria e la Prova, il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0” di Totò Cascio. L’evento è stato organizzato dall’associazione Solidarietà di Prizzi e ha visto la partecipazione del Presidente di Anffas Palermo, Antonio Costanza, il Sindaco del Comune di Prizzi, Antonella Comparetto, del Garante delle persone con disabilità del Comune di Prizzi, Giuseppa Orlando, il Garante delle persone con disabilità del comune di Corleone, Salvatore Di Giglia, il Presidente dell’Associazione Solidarietà ODV, Domenico Pecoraro. 

Tutti conoscono Totò Cascio come il bambino protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso”: indimenticabile capolavoro di Giuseppe Tornatore, premio Oscar come miglior film straniero nel 1990. L’attore ha dovuto, però, abbandonare precocemente la scena dopo dieci anni di carriera, a causa di un’inaspettata patologia: la retinite pigmentosa con edema maculare, che gli ha procurato una perdita progressiva e quasi totale della vista. Esperienza di cui l’attore parla nel libro come una prova a cui è stato sottoposto, nonché un punto di ripartenza, dopo l’iniziale gloria data dalla carriera cinematografica cominciata nell’infanzia.

L’incontro si è incentrato sul tema della disabilità e sull’importanza della parola nella relazione con l’Altro e, di riflesso, sull’utilizzo della terminologia corretta in riferimento alle persone con disabilità. L’autore, citando la frase del film che lo ha reso famoso: << ora che ho perso la vista ci vedo di più>>, invita il lettore a destrutturarsi partendo proprio dal valore della parola. Le parole possono infatti unire o dividere le persone, in questo secondo caso creando come spesso ancora avviene nella disabilità, uno stigma, un pregiudizio, che da luce solo a quel limite che invece grazie al supporto della società tutta è possibile superare.

La capacità di destrutturarsi a livello personale e di società non è un’esperienza immediata, ma un processo da costruire con lentezza, perché presuppone la volontà di ricostruirsi interiormente e acquisire un punto di vista nuovo, accogliendo la diversità come una condizione normale.

Riuscire a cambiare prospettiva e aprirsi all’ascolto, rimane il miglior punto di partenza per approcciarsi quindi all’Altro, in maniera tale da realizzare attivamente la rivoluzione culturale indispensabile alla comunità affinché i diritti delle persone con disabilità siano resi pienamente esigibili.